L’indagine della Deutsche Gesetzliche Unfallversicherung
L’indagine è stata presentata a Colonia e condotta dalla Deutsche Gesetzliche Unfallversicherung, cioè l'assicurazione sociale tedesca contro gli infortuni (DGUV), che ha intervistato un migliaio di insegnanti sulle loro esperienze nella vita scolastica quotidiana.
Il dato che ne emerge è preoccupante. La violenza nelle scuole tedesche sembra essere aumentata, soprattutto dopo la pandemia da Coronavirus. Il 44% degli insegnanti ha, infatti, l'impressione che sia aumentata la violenza fisica, come calci e botte, mentre per il restante 56% degli insegnanti sarebbe aumentata anche la violenza psicologica.
Molti degli insegnanti intervistati hanno avuto direttamente a che fare con la violenza fisica tra gli alunni almeno una volta alla settimana nell'ultimo anno scolastico, perché gli incidenti si sono verificati durante le loro lezioni o durante la sorveglianza delle pause o perché sono stati chiamati in causa in quanto insegnanti di riferimento della classe nella quale questi incidenti sono avvenuti. La maggior parte di loro ha poi assistito a episodi di violenza psicologica tra gli alunni, anche qui almeno una volta alla settimana nell'ultimo anno scolastico.
Come si manifesta per lo più la violenza psicologica?
Le forme di violenza psicologica più frequentemente osservate includono abusi verbali, insulti, grida e denigrazioni. Il bullismo sotto forma di emarginazione sistematica, derisione e scherno tra gli alunni è percepito frequentemente da circa un terzo degli insegnanti nella vita scolastica quotidiana. Il 23% di loro cita anche il cyberbullismo via internet e social media.
Le cause di questi episodi di bullismo
Gli insegnanti sono concordi quasi unanimamente nel ritenere che fattori personali, come la mancanza di empatia e la scarsa tolleranza di fronte alle frustrazioni, siano la causa della violenza. L’80% di loro ritiene inoltre che anche fattori familiari giochino un ruolo. Ad esempio, un rapporto complicato coi genitori, ma anche esperienze di violenza vissute in casa.
Come mai una tale indagine è stata condotta proprio dall'Associazione tedesca per l'assicurazione sociale contro gli infortuni?
Perché le alunne e gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado sono coperte da un'assicurazione legale contro gli infortuni quando frequentano la scuola e durante il tragitto da e verso la scuola. È una copertura assicurativa che si estende anche agli incidenti causati dalla violenza tra di loro.
Dati relativi agli incidenti causati da episodi di violenza tra le mura scolastiche
Si tratta di incidenti come lo spintonamento da parte di un alunno o un’alunna nei confronti di un altro che porta, in seguito alla caduta di quest’ultimo, a una ferita o una frattura. Di questo tipo di incidenti ne sono stati registrati lo scorso anno scolastico quasi 65.000. È vero, tuttavia, che solo in casi molto rari si è trattato di lesioni gravi.
Preoccupa il fatto che, rispetto all'anno precedente, il numero di questi incidenti sia aumentato di circa il 20%. Le statistiche sugli incidenti non forniscono, però, un quadro completo della violenza nelle scuole. La violenza psicologica e le sue conseguenze non sono infatti incluse. Ed è proprio per questo che la Deutsche Gesetzliche Unfallversicherung ha condotto questa indagine con chi è sul campo giorno dopo giorno, le e gli insegnanti.
Come agire per arginare questo fenomeno?
In molte scuole, la prevenzione della violenza viene affrontata in classe. Nell'indagine della DGUV, l'84% degli insegnanti ha dichiarato che la prevenzione della violenza è radicata nel programma della propria scuola. Solo il 41% degli intervistati ha, invece, riferito che la propria scuola ha un programma che prevede la risoluzione delle controversie. Nonostante, però, molte scuole stiano già facendo molto per contrastare la violenza, è necessario fare molto di più, secondo quanto afferma la responsabile della divisione Istituzioni educative della DGUV, Annette Michler-Hanneken.
L’esperienza di una preside di Düsseldorf
Alle forme tradizionali di bullismo, se ne affiancano altre più moderne, come il cyberbullismo, il cui palcoscenico è quello dei social media. È quanto conferma Antonietta Zeoli, preside del Wim Wenders Gymnasium a Düsseldorf, e insegnante di tedesco, inglese e filosofia. Zeoli conferma i dati dall’indagine della DGUV e pone l’accento sull’aumento costante del cyberbullismo, sottolineando che un passo fondamentale per arginare questo fenomeno è quello di rompere il silenzio.