Emergenza carceri in Italia, casi di tortura in Germania COSMO italiano 09.12.2024 19:52 Min. Verfügbar bis 09.12.2025 COSMO Von Francesco Marzano

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Emergenza carceri in Italia, casi di tortura in Germania

Stand: 09.12.2024, 17:09 Uhr

a cura di Francesco Marzano, Giulio Galoppo e Cristiano Cruciani

In Baviera la Procura indaga su sedici agenti penitenziari e la direttirce del carcere di Augsburg-Gablingen per presunti maltrattamenti, Giulio Galoppo ci riassume la vicenda. Sui problemi delle carceri tedesche abbiamo sentito Christine Graebsch, professoressa di diritto alla Fachhochschule di Dortmund. Susanna Mariette, dell'associazione Antigone, ci parla invece dei problemi delle carceri italiane, dove nel 2024 si è registrato un record di suicidi.

Condizioni disumane nelle carceri tedesche e italiane | Bildquelle: dpa Felix Kästle

Le accuse

Sono molto gravi. Si parla infatti di maltrattamenti e torture contro i detenuti. Già nel 2023, un gruppo di 31 detenuti aveva scritto al Ministero della Giustizia bavarese, denunciando comportamenti violenti, tra cui aggressioni fisiche e intimidazioni da parte del personale penitenziario. Torture psicologiche e fisiche, quindi, praticate anche attraverso periodi di isolamento prolungato. I prigionieri sarebbero stati rinchiusi nudi, senza coperte o materassi, in celle di massima sicurezza, a volte per settimane, sembra in maniera totalmente ingiustificata. Queste denunce sono state inoltre confermate da una email dettagliata di Katharina Baur, una ex dottoressa del carcere, inviata al Ministero della Giustizia. Anche questa email, risalente a circa un anno fa, è rimasta a lungo senza risposta, prima che le autorità cominciassero a prendere provvedimenti.

Nuove denunce da parte di due detenuti

Ci sono state nuove denunce, nuove accuse mosse da due detenuti in custodia cautelare, intervistati in carcere dai giornalisti del programma televisivo della ARD, Kontraste, e da quelli del Bayerischer Rundfunk. Un’intervista che, tra l’altro, doveva essere anche filmata, come richiesto sia dai giornalisti che dagli stessi detenuti e che, invece, a causa di un divieto emesso dal Ministero della Giustizia, è stata possibile solo con una registrazione audio.

Entrambi i detenuti riferiscono di essere stati letteralmente gettati in una cella buia e senza finestre, con addosso solo un paio di slip di carta. Si tratta di una cella destinata esclusivamente ai detenuti che rappresentano un pericolo temporaneo per se stessi o per gli altri. Il primo detenuto racconta di essere stato tenuto lì dentro per dieci giorni, senza possibilità di farsi una doccia, senza un materasso e senza coperte. Il secondo ci è rimasto, nelle stesse condizioni, per diciassette giorni. Tutti e due sono stati picchiati e percossi con calci e pugni anche sul viso, pur essendo ammanettati e impossibilitati, quindi, a proteggersi in qualche modo. Il carcere di Augsburg-Gablingen si è rifiutato di commentare questi fatti.

Georg Eisendreich, ministro della Giustizia in Baviera

Il ministro Georg Eisenreich sostiene di non essere stato messo al corrente né delle denunce dei detenuti nel 2023, né della lettera della dottoressa Katharina Baur, che lavorava nel carcere e che, proprio a causa degli episodi di violenza nei confronti dei detenuti, aveva abbandonato l’incarico, denunciandone l’assoluta assenza del rispetto dei diritti umani basilari. Ora che sono state avviate indiagini interne al Ministero, gli si critica comunque un’enorme lentezza e la mancanza di trasparenza nell’affrontare il problema.

Il controllo dell’Agenzia nazionale per la prevenzione della tortura” (Nationalen Stelle zur Verhütung von Folter)

Il carcere Regina Coeli a Roma | Bildquelle: dpa Robert Messer

Il 9 agosto 2024, quest'organizzazione nazionale indipendente per la prevenzione della tortura e dei maltrattamenti in Germania, ha inviato un team di ispezione ad Augsburg-Gablingen, come sempre senza preavviso. Il team è stato tenuto in attesa al cancello per un tempo insolitamente lungo, come riferisce Rainer Dopp, presidente dell'Agenzia nazionale, in un'intervista a Kontraste e BR.  Gli ispettori riferiscono di reticenze e mancanza di cooperazione da parte delle autorità. Pochi giorni dopo, il Ministero della Giustizia bavarese ha ricevuto un reclamo anonimo da qualcuno del personale del carcere nel quale si sostiene che il tempo di attesa degli ispettori fosse stato utilizzato per dotare le celle di massima sicurezza di biancheria intima, materassi e cuscini prima dell'ispezione.

Denunce dal carcere di Norimberga

Secondo un articolo del BR24, nella prigione di Norimberga ci sono accuse di maltrattamenti nei confronti dei detenuti, con la procura che sta indagando per presunti reati di lesioni personali, coercizione e insulti. Le accuse includono l'uso di una cella di massima sicurezza dove almeno tre detenuti, inclusa una persona con problemi psicologici, sarebbero stati maltrattati. Gli episodi potrebbero avere connessioni con le indagini sul carcere di Gablingen, poiché i secondini vengono spesso mandati in diverse carceri.

Quali sono i prossimi passi?

Sono in corso indagini penali contro 16 agenti penitenziari e contro la direzione del carcere, provvisoriamente sospesa. L'inchiesta prosegue, con pressioni crescenti su autorità e governo bavarese per chiarire i fatti. Si chiedono inoltre misure preventive e sanzioni contro i responsabili. Si discute anche di una riforma strutturale del sistema carcerario. Le indagini attuali confermano infatti la gravità della situazione e sollevano interrogativi sul mancato intervento precedente, sulla supervisione nelle carceri, i diritti umani e il ruolo della giustizia penale.

Come ha reagito la politica nel Land della Baviera?

L'opposizione chiede trasparenza e riforme. I Verdi e l'SPD chiedono indagini approfondite e modifiche strutturali al sistema carcerario. In particolare, vogliono sapere come sia stato possibile che gli abusi siano rimasti inosservati per un periodo di tempo così lungo. Chiedono inoltre una riorganizzazione delle responsabilità e dei controlli nelle carceri per evitare scandali futuri. Alle loro voci si aggiunge quella delle organizzazioni per i diritti umani e legali che chiedono trasparenza e indipendenza nelle indagini.

L’organizzazione "Strafvollzugsarchiv"

Tra le organizzazioni che chiedono trasparenza c'è anche il team del "Strafvollzugsarchiv", che ha il compito di rispondere a lettere dei detenuti su questioni legali e sui loro diritti.

Di questo team fa parte Christine Graebsch, che è anche professoressa di diritto alla Fachhochschule di Dortmund. La prof.ssa Graebsch spiega che non è affatto facile difendere i diritti dei detenuti, a cominciare dalla scarsa considerazione che le loro testimonianze ricevono dall'opinione pubblica. Una delle conseguenze di questa situazione, aggravata da condizioni disumane della detenzione, è, anche in Germania, il suicidio.

Le carceri italiane

Gli ultimi dati di “Antigone”, l'associazione impegnata nella promozione dei diritti nel sistema penitenziario, dimostrano un chiaro aumento del numero di detenuti in Italia. Hanno superato le 62mila unità - quindi circa 4mila persone in più rispetto a un anno fa. Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di “Antigone”spiega questo  nuovo picco di sovraffollamento delle carceri italiane e denuncia l’altissimo tasso di suicidi raggiunto nel 2024.