Le ultime notizie sulla scalata di Unicredit a Commerzbank
Media tedeschi, vicini agli ambienti dell’alta finanza, sostengono che la banca, che ha la sua sede principale a Francoforte, sta tentando di fermare o comunque rallentare la scalata di Unicredit.
La nuova ceo di Commerzbank, Bettina Orlopp, subentrata il 1 ottobre a Martin Zielke, non sembra intenzionata a rendere la vita facile al suo omologo italiano Andrea Orcel. Una settimana fa si è tenuto il primo incontro tra i vertici di Unicredit e quelli di Commerzbank. Sembra che non si sia discusso di una possibile acquisizione da parte di Unicredit, ma il colloquio è stato descritto come un normale faccia a faccia, in cui i tedeschi hanno spiegato all’investitore Unicredit quelle che sono le strategie future della banca e i nuovi obiettivi fino al 2027.
Le tappe della vicenda
A metà settembre UniCredit con un breve comunicato ha annunciato l’acquisto del 9% delle azioni di Commerzbank, approfittando di una vendita di azioni da parte del Bund, lo stato federale. La notizia ha subito suscitato qualche perplessità nel mondo finanziario tedesco. Anche il consigliere di sorveglianza di Commerzbank, Stefan Wittmann, ha subito sottolineato di "volersi opporre a qualsiasi potenziale acquisizione“, ricordando che proprio l’acquisizione nel 2005 di Hypovereinsbank, banca di Monaco di Baviera, sempre da parte di UniCredit aveva portato a consistenti tagli di posti di lavoro. In questo senso si oppone ad una possibile operazione di acquisto di Commerzbank anche il sindacato Ver.di.
Come mai il Bund è azionista di una banca privata?
Bisogna risalire a oltre 15 anni fa. La crisi finanziaria del 2007, che ha avuto origine negli Usa, aveva colpito anche l’Europa e ovviamente le banche tedesche. Commerzbank, banca privata, che si era aperta ad investimenti esteri, era in grande difficoltà e non si escludeva il fallimento. Il governo di Berlino, la prima grande coalizione guidata dall’ex cancelliera Angela Merkel, decise di intervenire e salvare dal collasso la sofferente Commerzbank. Nel 2008 e nel 2009 la banca ottenne un'iniezione di capitale di 18,2 miliardi di euro dal fondo di stabilizzazione del mercato finanziario. L’aiuto statale risultò determinante per il salvataggio. Ma negli anni il fondo creato per salvare soprattutto Commerzbank ha accumulato un deficit notevole. Secondo la società di servizi finanziari di proprietà dello Stato tedesco, la Finanzagentur, alla fine del 2023 il deficit ammontava a circa 21,6 miliardi di euro. Anche da qui la decisione da parte dello Stato tedesco di mettere in vendita parte del suo pacchetto azionario.
Il colpo di scena
Il 24 settembre l’acquisto di azioni ha subito un’ improvvisa accelerata, portando UniCredit a diventare l’azionista di maggioranza di Commerzbank, con il 21% delle azioni, il 12% resta ancora in mano al secondo azionista, ovvero lo Stato federale. A quel punto è intervenuto il cancelliere Olaf Scholz da New York, dove era in corso un vertice dell’Onu, e ha parlato esplicitamente di “atto ostile” da parte dell’Istituto bancario italiano. Dal canto suo il ceo di Unicredit, Orcel, da giorni non nasconde più le sue ambizioni e ammette che Unicredit punta ad arrivare almeno al 29,9% delle azioni e forse anche a qualcosa di più, ma per questo ultimo passo, serve il via libera dell’Eurotower, della Banca centrale europea.
Qual è il reale stato delle due banche?
Secondo alcune agenzie di rating, Commerzbank ha prospettive migliori rispetto ad UniCredit, ma semplicemente perché la banca opera principalmente in Germania, Paese considerato finanziariamente più stabile perché non è indebitato come l’Italia. Ma in realtà UniCredit al momento è una delle banche più solide d’Europa: dal punto di vista finanziario ha un valore di mercato di circa 60 miliardi, circa il triplo di Commerzbank.
La mancata fusione Deutsche Bank - Commerzbank
Nel marzo del 2019, Scholz da ministro delle Finanze dell’ultimo governo Merkel, puntava alla creazione di una superbanca tedesca in Europa, frutto della fusione delle due più importanti banche private del Paese, Deutsche Bank e Commerzbank appunto. Ma l’ambizioso progetto, sostenuto dall’esecutivo federale, venne bocciato dall’opposizione e anche da parte del mondo finanziario tedesco e infine proprio dalla Bce. Secondo inchieste giornalistiche, i bilanci di Deutsche Bank e Commerzbank presentavano rischi considerevoli che sarebbero dovuti diventare pubblici in caso di fusione.
I pro e contro della fusione
Thomas Sigmund, giornalista e commentatore del quotidiano finanziario Handelsblatt, ci ha aggiornato sullo stato di stato di salute di Commerzbank: “L'anno scorso ha registrato l'utile più alto degli ultimi 15 anni, pari a 2,2 miliardi di euro. Dopo aver tagliato posti di lavoro e chiuso molte filiali, gli esperti bancari concordano sul fatto che la banca è significativamente più redditizia rispetto agli ultimi anni”. Sigmund individua il problema del mercato bancario tedesco: “è redditizio, ma ci sono troppe banche, casse di risparmio, banche cooperative, banche private e così via. In altri Paesi come l'Italia non è così. Commerzbank è una banca universale e anche molto grande ma si colloca in questo contesto frammentato”.
Anche il governo italiano teme la fusione
Lo sostiene Federico Fubini, giornalista economico del Corriere della Sera: “Credo che una parte dell’establishment tedesco abbia già capito che questa non sarebbe una vicenda in cui l’Italia che porta via una banca alla Germania. Sarebbe piuttosto il contrario: intanto se si vanno a vedere gli azionisti delle due banche, in gran parte sono azionisti internazionali e quello che succederebbe verosimilmente nel caso di una fusione, è che la base operativa della nuova banca che nascerebbe sarebbe spostata a Monaco di Baviera”, quindi fuori dall’Italia.