Le prime donne italiane emigrate
Le donne italiane arrivarono in Germania negli anni 60-70 soprattutto con il ricongiungimento familiare, poiché la migrazione italiana era prevalentemente maschile. Il loro ruolo era, nella maggioranza dei casi, limitato a quello di „mogli e madri“, a differenza delle donne greche o turche, che arrivavano come lavoratrici, impiegate ad esempio nel settore dell’industria di micro-elettronica.
Accanto a una diversa percezione culturale, alcuni settori in Germania si accorsero solo successivamente di quanto le mogli dei lavoratori stranieri potessero essere importanti come forza lavoro – ricorda la sociologa Edith Pichler. Per le figlie delle emigrate italiane fu quindi più difficile integrarsi nel mondo del lavoro, perché mancavano modelli da seguire, aggiunge Pichler.
Le emigrate italiane negli anni '80 e '90
"La mia generazione", ricorda Pichler, "arrivava invece da un’educazione che guardava a un nuovo concetto di Europa. Siamo forse state le pioniere di una nuova mobilità e una nuova identità europea", spiega la studiosa, arrivata in Germania nel momento in cui il Paese si trovava alla vigilia della Riunificazione, e stava vivendo una profonda trasformazione storica e culturale.
Pichler si occupa da anni di migrazione, ha un dottorato in scienze politiche della Freie Universität di Berlino, insegna all’Università di Potsdam ed è autrice di numerosi studi sul tema, tra cui l’ultimo contributo per il "Rapporto Italiani nel Mondo 2023" della Fondazione Migrantes.
Le italiane che arrivano oggi
Oggi sono sempre di più le donne italiane che emigrano e scelgono la Germania con in tasca un progetto proprio. Non necessariamente però si tratta di professioni accademiche, spiega nel nostro podcast Edith Pichler, anche perché il mercato del lavoro tedesco è alla ricerca sia di intellettuali che di professioniste da impiegare anche in altri settori, come quello dell’assistenza agli anziani.
"Mutterland", una storia familiare
Tra le giovani italiane giunte in Germania verso la fine degli anni '90, c’è anche Miriam Pucitta, autrice e regista arrivata qui per proseguire gli studi in cinematografia presso la Scuola di cinema e televisione di Monaco di Baviera.
Con lei allarghiamo lo sguardo dalla Germania alla Svizzera raccontata nel suo documentario "Mutterland", in questi giorni nei cinema tedeschi. Pucitta, nata a Berna da genitori emigrati, da bambina ritorna in Italia. Vive a Pistoia, a Firenze e a Bolzano, prima di approdare in Germania. Con il suo film "Mutterland" elabora il passato della sua famiglia, partendo proprio dal rapporto con sua madre emigrata lavoratrice in Svizzera. Una donna divisa tra il desiderio di emancipazione offerto dalla nuova vita e la possibilità di vivere appieno la maternità, negata agli stranieri stagionali per motivi burocratici.
Da Torino a Francoforte, andata e ritorno
A raccontare la sua storia di emigrazione personale e familiare nel libro "Torino - Francoforte andata e ritorno" è la storica Liliana Novelli, insegnante di italiano e di tedesco a Francoforte per moltissimi anni, sempre attiva nella comunità italiana e per l'integrazione, tanto da avere ottenuto il Premio per l'integrazione cittadino nel 2023.
In questo mémoir, a partire dal racconto familiare e ripercorrendo la storia della madre ebrea tedesca, l’autrice nelle sue pagine attraversa diverse epoche storiche decisive, come il periodo della clandestinità, delle persecuzioni razziali, e rivive luoghi geografici e tappe della sua biografia familiare, come Trieste.
Le donne italiane in Germania fanno rete
Liana Novelli è tra l'altro anche presidente e fondatrice di "Coordinamento donne italiane in Germania", associazione di donne italiane cittadina confluita con altre nel network federale di donne italiane Rete Donne e.V. - rete di cui oggi è presidente la giornalista Luciana Mella, collaboratrice di COSMO italiano.