Non è Sanremo senza polemiche
Il giovane campione di tennis Jannik Sinner ha declinato l'invito del direttore artistico, nonché principale conduttore del festival, Amadeus. Si sono subito scatenate una seria di discussioni anche sui social media. Il problema è che in Italia è inimmaginabile rifiutare Sanremo, il palco più ambito da ogni uomo o donna del mondo dello spettacolo, del cinema e dello sport.
Ma Sanremo è anche un palcoscenico molto costoso, dove non si potrebbe fare pubblicità occulta, magari facendo "il ballo del qua, qua, qua", come ha fatto John Tavolta. Nel corso della seconda serata di Sanremo, infatti, il divo di Hollywood ha indossato un paio di sneakers di un noto brand, con tanto di logo in vista. Tanto è bastato per dare il via ad una polemica, che sembra non avere fine. Sembra infatti, secondo notizie diffuse sul web e sui social, che Travolta, oltre al suo cachet per la partecipazione al festival (200.000 euro), possa aver incassato un milione di euro per indossare le sneakers in questione.
Gli introiti pubblicitari del festival
Sanremo viene visto mediamente per ogni serata da almeno 10 milioni di persone con picchi di 18- 20 milioni. Quindi mandare pubblicità durante le serate del festival costa, ma è anche molto remunerativo. Secondo un'analisi del quotidiano economico "Il Sole 24 ore", si prevede che la raccolta pubblicitaria per la 74esima edizione del Festival possa generare almeno 56 milioni di euro per la Rai. Per esempio, a tarda notte una pubblicità di qualche decina di secondi costa circa 77.000 euro, ma nel corso dell'anteprima o nelle prime ore della sera si arriva anche a 580.000 euro per pubblicità.
I costi del festival
La realizzazione del festival quest'anno è costata in totale, sempre secondo "Il Sole 24 ore", circa 20 milioni di euro, un record. Il direttore artistico Amadeus per ogni serata è pagato circa 70mila euro, i co-conduttori percepiscono 25mila euro per una serata. E solo per la partecipazione al festival per ogni artista si stima un rimborso spese di 53mila euro, ma a questa cifra - e questo vale anche per i conduttori - vanno aggiunti gli introiti dalla pubblicità e dal merchandising, dalle vendite correlate e dai diritti d’autore. Anche per questo il palco dell'Ariston è, da sempre, il più ambito d'Italia.
Gli agricoltori a Sanremo
Il palco dell'Ariston è anche diventato il palcoscenico di monologhi, delle rivendicazioni sociali e ora anche di manifestanti arrabbiati. Le principali agenzie di stampa hanno confermato che una cinquantina di agricoltori e allevatori del Collettivo Agricoltori autonomi Alessandria-Asti sono in viaggio coi loro trattori per raggiungere Sanremo. E questa sera sul palco dell'Ariston dovrebbero leggere un comunicato sulle proteste dei coltivatori diretti che in questi giorni stanno bloccando il Paese, come già avvenuto in Germania nelle settimane scorse.
L'opinione del critico musicale
Abbiamo sentito Jacopo Tomatis musicista, giornalista musicale e docente di Etnomusicologia all'Università di Torino: "Se Sanremo è uno specchio dell'Italia, è uno specchio deformante, perché ingigantisce gli aspetti più grotteschi e allo stesso tempo li moltiplica – spiega Tomatis, che aggiunge – È molto difficile raccontare l'Italia attraverso le canzoni di Sanremo, ma nello stesso tempo evidentemente il festival ci dice qualcosa sul punto in cui siamo". E Tomatis per noi fa una disamina delle 30 canzoni in gara e trae un primo bilancio della 74esima edizione del concorso canoro.
Il festival a Mondo Aperto a Colonia
"Torna Sanremo e torna l'irrefrenabile voglia di viverlo insieme": è l'invito di Luca Paglia, direttore del centro culturale italiano di Colonia, Mondo aperto. Dopo il successo dello scorso anno, anche quest'anno sabato 10 febbraio a partire dalle 19.30, alla Zugweg 22, si potrà seguire la serata conclusiva del festival. "È un'idea nata tra noi che organizziamo eventi a Mondo aperto – spiega Luca Paglia – in modo molto spontaneo, abbiamo comunque pensato che fosse triste guardare il festival a casa, sul divano. Perché in Italia puoi farlo, ma all'estero no, perché tutti intorno a te non lo seguono. Da qui l'idea di stare insieme ad altri italiani e condividere questo momento".