Malbianco
È l'ultimo romanzo dello scrittore pugliese in cui storie e segreti familiari si intrecciano con le principali vicende del Secolo breve. Il nome del titolo, Malbianco, si ispira a una malattia che rende bianco il fogliame degli alberi e poi li uccide, così come i segreti, il "non detto" possono uccidere la convivenza familiare. Quest'ultimo lavoro di Desiati, uscito da poche settimane in Italia, e in via di pubblicazione anche in edizione tedesca, è ambientato tra la Puglia e la Germania, tra il presente e il passato.
IMI, Muro e albanesi
La Storia, dicevamo, quella con la S maiuscola, è presente in più modi in Malbianco e nel podcast che abbiamo dedicato a Mario Desiati. Attraverso le pagine di del libro si fa luce sul tragico destino degli IMI, i prigionieri militari italiani internati nella Germania nazista per aver rifiutato di aderire alla Repubblica sociale fascista dopo l’8 settembre 1943. Anche il nonno dello scrittore è stato prigioniero in Germania, cosa che – sostiene Desiati – lo ha sicuramente influenzato. Ma con Desiati abbiamo parlato anche di Berlino, del Muro, della sua caduta e dei ricordi legati al 1989. Nel caso di Desiati, la caduta del Muro di Berlino ha trovato un suo senso compiuto un paio di anni dopo, nelle conversazioni con i suoi coetanei arrivati in Italia sui barconi dall'Albania, a partire dal 1991. Nei loro sogni e nel loro vissuto Mario, allora ragazzino, comprese anche il senso della caduta di quel muro migliaia di chilometri più a Nord.
Il rapporto con Berlino
Il Premio Strega 2022, autore di Spatriati, Candore, Ternitti e de Il Paese delle spose infelici ha vissuto per diversi anni nella capitale tedesca, ma dopo un periodo di pendolarismo tra Germania e Italia, da qualche anno ha deciso di tornare a vivere stabilmente in Italia. Berlino rimane però per Desiati un luogo in cui tornare almeno una volta all’anno, anche solo per rivedere i suoi amati tigli, per lui l'emblema di una città e punto di riferimento di una realtà che pure è cambiato tanto e molto velocemente. Anche perdendo degli elementi che la rendevano unica.