Il nuovo accordo sull’immigrazione in Europa. COSMO italiano. 04.01.2024. 19:37 Min.. Verfügbar bis 03.01.2025. COSMO. Von Francesco Marzano.
Il nuovo accordo sull’immigrazione in Europa
Stand: 04.01.2024, 16:15 Uhr
di Francesco Marzano, Enzo Savignano e Cristiano Cruciani
Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo su un pacchetto legislativo che modifica la politica migratoria in Europa, i dettagli da Enzo Savignano. Abbiamo chiesto una valutazione dell'accordo a Karl Kropp, dell'associazione di aiuto ai migranti Pro Asyl e a Fulvio Vassallo Paleologo, ex docente di Diritto Privato dell'Università di Palermo ed esperto di temi legati alla tutela dei diritti dei migranti.
Le basi dell’accordo
Il 20 dicembre del 2023 rappresentanti del governo spagnolo, che ha presieduto il Consiglio europeo nell’ultimo semestre del 2023, hanno annunciato la base di accordo tra la Commissione europea, il Parlamento europeo e i 27 Paesi membri. Con il patto su migranti e richiedenti asilo, salutato con grande soddisfazione da praticamente tutti i partecipanti al vertice, sono state gettate le basi per una riforma del sistema europeo sui richiedenti asilo. Il cuore dell’accordo prevede regole più severe e rigide per le procedure di accettazione delle domande d’asilo e maggiori controlli ai confini dei singoli Stati europei. È stato redatto un testo di legge che dovrà essere approvato dal Parlamento europeo e dai parlamenti dei 27 Paesi membri, ma secondo esperti e media si tratta solo di una formalità.
Cosa prevede la riforma
Questo patto nasce da una proposta presentata dalla Commissione europea nel settembre 2020, dopo un fallimento di una precedente proposta nel 2016. L’accordo prevede controlli più severi sui migranti che arrivano nell’Unione europea, centri per migranti e richiedenti asilo vicino alle frontiere per rimandare indietro più rapidamente chi non ha diritto all’asilo e un meccanismo di solidarietà obbligatorio tra i paesi dell’Unione per aiutare quelli sottoposti a una maggiore pressione migratoria.
Il meccanismo di solidarietà prevede la distribuzione dei migranti e dei richiedenti asilo tra i 27 Paesi membri, chi non accetterà i meccanismi di distribuzione e non accoglierà rifugiati e richiedenti asilo dovrà pagare, dare soldi all’Ue che li utilizzerà come risorse nella gestione dei flussi migratori. Si tratta anche di un riconoscimento da parte di tutti i Paesi delle grandi difficoltà che si trovano ad affrontare Paesi che si affacciano sul Mediterraneo come Italia, Grecia e Spagna.
Ma di fatto non tocca il principio degli regolamenti di Dublino in base ai quali il migrante deve chiedere asilo al primo Paese di approdo in Europa.
Il “meccanismo di filtraggio”
Si dovrebbe trattare di “procedure accelerate alla frontiera” per coloro che hanno statisticamente meno probabilità di ottenere l’asilo. Queste persone saranno subito trattenute in appositi centri realizzati ai confini dei Paesi europei, in modo da poter essere trasferite rapidamente nei paesi d’origine o di transito.
Questa procedura si applicherà ai cittadini di paesi in cui il tasso di riconoscimento dello status di rifugiato nell’Unione europea è inferiore al 20 per cento. Su richiesta del consiglio degli Stati membri la procedura sarà applicata anche alle famiglie con bambini di età inferiore ai dodici anni. Su questo ultimo punto sembra che siano sorte alcune difficoltà tra Parlamento europeo e Stati membri, ma alla fine si è giunti ad una soluzione perché il Parlamento europeo ha ottenuto delle garanzie sull’introduzione di nuovi meccanismi di monitoraggio dei diritti fondamentali dei minori e sulle condizioni di accoglienza delle famiglie con bambini piccoli.
Nel patto si parla ancora del terzo stato sicuro
La Presidenta del Parlamento europeo, Roberta Metsola
In pratica si tratta della possibilità di inviare, trasportare migranti e rifugiati anche in attesa di una risposta definitiva alla loro richiesta d’asilo in un altro Paese. Il principio di terzo stato sicuro sostanzialmente prevede che il migrante di solito possa tornare in un paese terzo sicuro solo se ha un legame con quel paese, quindi parenti o conoscenti. Ma ora il concetto di terzo stato sicuro è più che altro diventato paese terzo di transito che viene individuato in virtù di accordi bilaterali. Come ha fatto la Gran Bretagna, che ricordiamo non fa più parte dell'Ue, ma intende inviare molti dei suoi rifugiati in Ruanda. L'Italia vorrebbe fare qualcosa di simile dopo aver stipulato degli accordi con l'Albania. Alcuni media tedeschi hanno anche ipotizzato che, dietro i recenti viaggi ufficiali in Nigeria e Ghana di Scholz e Baerbock ci sia anche l’intenzione di stipulare accordi bilaterali sui migranti.
Le reazioni all’accordo
In generale è stato approvato da tutti i 27 Paesi membri, ma Polonia e Ungheria, ma questo già si sapeva da tempo, hanno votato contro sul meccanismo di solidarietà e sulla distribuzione tra i Paesi membri di migranti e richiedenti asilo. Come hanno sottolineato numerosi media europei, in particolare italiani e tedeschi, ed esperti, nella gestione della questione migranti e dei rifugiati si registra una certa distanza di vedute tra Parlamento europeo e Paesi membri, con il primo che spesso si preoccupa maggiormente degli standard umanitari e del rispetto di alcuni principi internazionali nella gestione dei flussi migratori, i Paesi membri invece si stanno concentrando soprattutto sulla riduzione e limitazione dell’immigrazione irregolare. Questa è stata anche una delle critiche della ministra degli Interni tedesca Nancy Faeser che ha parlato di trattative complicate. Secondo la ministra l’accordo al livello europeo è fondamentale perché era troppo grande il rischio che ogni Paese membro potesse agire autonomamente sulla questione migranti e rifugiati.
La posizione di Pro Asyl
Le organizzazioni umanitarie denunciano da sempre problemi, pericoli e condizioni precarie in cui versano i migranti - e questa nuova riforma del sistema d'asilo non migliorerebbe le cose, spiega Karl Kopp, direttore del reparto europeo di Pro Asyl, organizzazione indipendente per la tutela dei diritti umani e in particolare dei rifugiati in Germania ed Europa. Karl Kopp vede nella riforma addirittura un passo indietro riguardo al tema dei diritti umani. “Procedure di verifica accelerate del diritto all'asilo alle frontiere suona bene - spiega Karl Kopp - ma durante queste procedure i richiedenti asilo si trovano in condizioni paragonabili alla prigionia, in campi di prigionia di fatto finanziati dall'Europa”.
L’analisi di Fulvio Vassallo Paleologo
Avvocato, giurista, opera attivamente nella difesa dei migranti e dei richiedenti asilo, in collaborazione con diverse Organizzazioni non governative. Fa parte della rete europea di assistenza, ricerca ed informazione Migreurop ed è componente della Campagna LasciateCientrare. Secondo Vassallo Paleologo per combattere l’immigrazione irregolare ci vorrebbe una politica unitaria europea e regole europee di ingresso per i lavoratori. Ma anche una regolarizzazione di massa dei migranti irregolari, infine il giurista propone un potenziamento dell’attività di controllo e di salvataggio dell’agenzia europea Frontex che agisce nel Mar Mediterraneo.
“C’è molta propaganda attorno a questo accordo politico – sottolinea Vassallo Paleologo – perché si va verso le elezioni e ognuno deve dimostrare al proprio elettorato di aver portato a casa quello che aveva promesso in precedenza. In realtà ne escono tutti sconfitti, specialmente le persone migranti”.