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Italiana, tedesca, europea? Riflessioni sulla cittadinanza COSMO italiano 16.04.2025 23:13 Min. Verfügbar bis 16.04.2026 COSMO Von Francesco Marzano


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Italiana, tedesca, europea? Riflessioni sulla cittadinanza

Stand: 16.04.2025, 16:00 Uhr

a cura di Francesco Marzano, Giulio Galoppo e Tommaso Pedicini

In Germania il nuovo governo vuole fare un passo indietro rispetto alla "Turbo-Einbürgerung" che permette agli stranieri ben integrati di ottenere il passaporto tedesco dopo appena tre anni di residenza. Intanto molti comuni hanno liste d'attesa lunghissime per chi richiede la cittadinanza. In Italia si inaspriscono i criteri per il passaporto agli italodiscendenti e a giugno si voterà un referendum proprio sulla cittadinanza. Ne parliamo con Giulio Galoppo, Pippo Civati e Toni Ricciardi.

Deutscher und Italienischer Reisepass

La doppia cittadinanza, in Germania, è un diritto

Presupposti per poter ottenere il passaporto tedesco

Bisogna vivere in Germania da almeno cinque anni e avere un diritto di soggiorno illimitato, come hanno i cittadini dell’UE, o un permesso di soggiorno permanente e dimostrare di potersi mantenere, cioè di avere un’attività lavorativa remunerata e regolare. La fedina penale deve essere pulita. È richiesta poi una buona conoscenza della lingua tedesca, almeno al livello B1. E, sostenendo l’”Einbürgerungstest”, si dimostra di avere una conoscenza sufficiente dell'ordinamento giuridico e sociale e delle condizioni di vita in Germania.

In seguito ai pogrom di Hamas del 7 ottobre 2023, inoltre, è stata inserita un’altra condizione e cioè il riconoscimento della responsabilità storica della Germania per la dittatura nazionalsocialista e le sue conseguenze, in particolare la responsabilità per la protezione della vita ebraica, nonché per la coesistenza pacifica dei popoli e il divieto di prendere parte a guerre di aggressione.

Che ne sarà della possibilità di naturalizzazione dopo tre anni di residenza?

Frank-Walter Steinmeier bei der Vergabe von der deutschen Staatsbürgerschaft in Köln am 11.04.2025

Frank-Walter Steinmeier, presidente della Repubblica Federale Tedesca, alla consegna dei certificati di cittadinanza a Colonia

La naturalizzazione più rapida presuppone un buon rendimento scolastico o lavorativo, ottime conoscenze linguistiche o attività di volontariato. Questa opzione, etichettata dalla CDU/CSU come “naturalizzazione turbo”, verrà ora molto probabilmente abolita. Rimane, invece, invariata la riduzione del periodo di attesa per le normali naturalizzazioni da otto a cinque anni e il permesso per il doppio passaporto, decisi dal governo uscente.

L’Italia frena sulla cittadinanza per gli italodiscendenti

Il 28 marzo 2025, il Consiglio dei ministri italiano ha approvato un decreto-legge e due disegni di legge per riformare le modalità di acquisizione della cittadinanza italiana per ius sanguinis, ovvero per discendenza da cittadini italiani. Il decreto-legge introduce limitazioni significative:

- i discendenti italiani nati all'estero acquisiranno automaticamente la cittadinanza solo se almeno un genitore o un nonno è nato in Italia;

- per mantenere la cittadinanza, sarà necessario esercitare diritti o adempiere a doveri connessi allo status di cittadino italiano almeno una volta ogni 25 anni, per esempio votando.

Il governo giustifica queste modifiche con la necessità di valorizzare il legame effettivo tra l'Italia e i suoi cittadini all'estero, evitando abusi e fenomeni di "commercializzazione" dei passaporti italiani. Il decreto-legge dovrà essere convertito in legge dal Parlamento.

Il referendum dell’8 e 9 giugno 2025 in Italia

Tra i cinque quesiti referendari abrogativi, ce n’è uno che riguarda la cittadinanza per gli stranieri che non appartengono all’Unione europea. La proposta mira a ridurre gli anni di residenza legale in Italia, dai dieci attuali a cinque. I cittadini dell'UE, invece, possono richiedere la cittadinanza italiana già dopo soli quattro anni di residenza in Italia.

Il parere di Pippo Civati:

Pippo Civati, politico, saggista ed editore, è membro del comitato che promuove il referendum sulla cittadinanza e ritiene che questo referendum necessario per colmare un’ingiustizia, dovuta anche a tempi burocratici lunghissimi. Il referendum propone di tornare alla normativa vigente fino al 1992, che prevedeva cinque anni di residenza per poter richiedere la cittadinanza anche da cittadino non europeo e non dieci, come ora. Per Civati si tratta di un “gesto patriottico” da parte di chi ha scelto l’Italia come posto in cui vivere, lavorare e mettere al mondo dei figli.

Il parere di Toni Ricciardi:

Anche Toni Ricciardi, deputato PD eletto nella Circoscrizione estero e storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra, sostiene il SÌ al quesito referendario sulla cittadinanza. Ricciardi fa notare che, portando da dieci a cinque gli anni necessari ad ottenere la cittadinanza, non si fa altro che allinearsi alla normativa degli altri Paesi membri dell’Unione europea, è un atto, quindi, di civiltà. Il decreto legge che restringe la possibilità di acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei cosiddetti italodiscendenti di terza e quarta generazione è, per Ricciardi, un atto gravissimo e ingiustificato. Detto questo, Ricciardi ritiene che si dovrebbe comunque cominciare a parlare seriamente di cittadinanza europea, per lui un diritto da difendere contro le spinte nazionaliste divisive.