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Sophia Loren e la Dolce vita nell'immaginario dei tedeschi COSMO italiano 20.09.2024 20:45 Min. Verfügbar bis 20.09.2025 COSMO Von Luciana Caglioti


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Sophia Loren e la Dolce vita nell'immaginario dei tedeschi

Stand: 20.09.2024, 18:00 Uhr

a cura di Luciana Caglioti, Cristina Giordano e Tommaso Pedicini

Oggi Sophia Loren compie 90 anni. Noi, oltre a ricostruire le tappe della sua magnifica carriera di star del cinema internazionale con Cristina Giordano, ci chiediamo da cosa nasca il fascino che ha esercitato ed esercita la "Dolce vita" sugli stranieri e sui tedeschi in particolare. Dolce vita di cui la Loren e Mastroianni su tutti sono stati i volti più rappresentativi e gli ambasciatori nel mondo. In questa riflessione ci aiuta il giornalista e scrittore Andreas Rossmann.

La Dolce vita Symbolbild

L'immagine che gli stranieri vedono, quando pensano alla dolce vita italiana

Gli auguri tedeschi

Persino il Ministero della cultura tedesco sui suoi profili social ha fatto gli auguri a Sophia Loren. «Tanti auguri» così, in italiano, «a questa grande attrice, che nel corso della sua carriera ci ha regalato tanti film»  nel virgolettato della ministra Claudia Roth. Tantissimi articoli e approfondimenti sulla stampa tedesca, dalla Süddeutsche Zeitung che titola «Stolz und Leidenschaft» ricordando il titolo in tedesco di un vecchio film di Sophia Loren, alla FAZ che scrive «Ewiger Stern an gleich mehreren Himmeln », Stella eterna di più cieli.

Un documentario di ARTE del 2018, intitolato «Sophia Loren - Portrait einer Diva», oltre a ricostruire minuziosamente la su biografia, cresciuta in povertà, con un padre assente, tra i tanti aneddoti e ricordi ha recuperato anche una vecchia intervista, rivelatasi una sorta di profezia, in cui molto giovane diceva: «Io voglio fare l'attrice e non la pin up. Quelle cose sono passate e adesso mi aspetto un nuovo futuro e spero di poter fare l'attrice fino all’età di 90 anni».

E in effetti ci è quasi riuscita. Il suo ultimo film «La vità davanti a sè », in cui interpreta Madame Rosa, ex prostituta, ebrea sopravvissuta all'Olocausto, ormai anziana, che ospita bambini figli di prostitute, è del 2020. Nel film tra l'altro è diretta dal figlio Edoardo Ponti.

Gli esordi

È il produttore cinematografico Carlo Ponti che la scopre tra un concorso di bellezza e un casting a Cinecittà, accompagnata dalla madre Romilda Villani, giovane ragazza madre che sogna il grande schermo esattamente come la figlia. Carlo Ponti la vede e la prende sotto la sua ala protettiva, le cambia il nome da Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone a Sophia Loren e le corregge la dizione, togliendole l'accento campano, che poi in realtà sfrutterà in molti film neorealisti.

Il Tagesschau ricorda tra i primi ruoli quello della pizzaiola il «L'oro di Napoli» del 1954, accanto a Vittorio De Sica. In realtà basta scorrere la sua filmografia per scoprire che non è questo il primo. Sophia aveva già lavorato con un altro pseudonomio, quello di Sofia Lazzaro. Piccole parti e comparse come in «Totòtarzan», «Luci del Varietà» di Fellini, o in «Quo vadis?» dove interpreta una schiava.

Il grande successo di Hollywood

Il successo internazionale è arrivato tra la metà degli anni '50 e gli anni '60, quando, dopo aver messo piede a Hollywood  e aver studiato diligentemente l'inglese,  inizia a essere chiamata a recitare accanto a star del calibro di Clark Gable, Frank Sinatra, Marlon Brando e Paul Newman. A Cary Grant con cui gira «La baia di Napoli» fa perdere la testa. Ma paradossalmente Hollywood le dà il primo Oscar come miglior attrice protagonista nel 1962 per un film tutto italiano, «La Ciociara» di Vittorio De Sica (1960).

Sophia Loren Portrait

La grande Sophia Loren oggi compie 90 anni

Inoltre un altro paradosso: Sophia Loren era considerata la «Marylin italiana», un sex symbol acclamato. Ma conquista il gradino più alto della carriera con questo ruolo da semplice popolana. Ed è così che viene consacrata al grande pubblico internazionale.

La storica accoppiata con Mastroianni

Il sodalizio con Marcello Mastroianni è durato la bellezza di 14 film. Il primo a cui lavorano insieme è ufficialmente «Peccato che sia una canaglia» (1954), anche questo tratto da un racconto di Moravia, come La Ciociara, in cui Mastroianni recita la parte di un tassista, lei  quella di una truffatrice. Ma in realtà si erano incontrati sul set già qualche anno prima, quando Sophia era solo una comparsa 16enne in «Cuori sul mare».

La coppia storica di Sophia e Marcello è entrata nell'immaginario collettivo grazie a film come «Ieri, oggi e domani» o «Matrimonio all'italiana», in tedesco «Hochzeit auf Italienisch». Con Loren che interpreta Filomena Marturano, ex prostituta e Mastroianni Don Mimì, pasticcere donnaiolo, che la illude di poter avere una vita di tutto rispetto e agiata e che invece poi si ritrova a pelare patate e accudire l'anziana madre di lui. E forse dobbiamo a Sophia Loren anche un altro merito: nonostante i tanti ruoli nel cinema neorealista, in cui racconta l'Italia più povera, fatta di eroi di tutti i giorni, Sophia Loren è stata capace di incarnare allo stesso tempo anche la vera diva, plasmando il mito della «Dolce vita» tanto amato in tutto il mondo e invidiatissimo dai tedeschi.

Il mito della «Dolce vita»

Dal film di Fellini del 1960, che fotografa lo stile di vita decadente e glamour di un certo ambiente artistico di Roma, «Dolce vita» è diventato sinonimo di un modo di vivere tipicamente italiano. Ed è un'espressione entrata nel vocabolario e si ritrova anche sulle pagine del Duden. Ma perché i tedeschi amano tanto la «Dolce vita» ?

Ne abbiamo parlato con il giornalista e autore tedesco Andreas Rossmann, ex corrispondente culturale del quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung nel Nordreno-Vestfalia, grande conoscitore dell'Italia e dei suoi costumi. Rossmann spiega: «credo che i tedeschi siano affascinati dall'idea di una vita diversa dalla loro, spensierata, libera, aperta agli stimoli, ai cambiamenti, alla spontaneità». Esattamente come succede nel film di Fellini, quando Anita Ekberg sorprende Marcello Mastroianni bagnandosi nella fontana di Trevi.