Perché la techno berlinese è diventata patrimonio UNESCO COSMO italiano 28.03.2024 21:54 Min. Verfügbar bis 28.03.2025 COSMO Von Cristina Giordano


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Perché la techno berlinese è diventata patrimonio UNESCO

Stand: 28.03.2024, 16:40 Uhr

di Cristina Giordano, Enzo Savignano e Cristiano Cruciani

Cosa significa essere patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO? Ce lo spiega Enzo Savignano. Ai nostri microfoni due DJ di due generazioni diverse che hanno lavorato a Berlino: Freddy K ci racconta dell'atmosfera che si respirava nei club della capitale all'indomani della caduta del muro mentre DJ Bertrand ci spiega quali sono le radici della musica techno e come si è evoluta nel corso degli anni.

techno

La techno è diventata patrimonio immateriale

Secondo storici, sociologi ed esperti la musica techno è nata a Berlino, quando in realtà di Berlino ce n’erano ancora due. Poi questo genere di musica elettronica da discoteca e da rave si è diffusa a macchia d’olio nelle notti della nuova Berlino unita degli anni ’90 e dell'inizio del XXI secolo. Dopo oltre un quarto di secolo questa espressione culturale è stata inserita nell’ultima lista di nuovi elementi del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco (commissione tedesca), l’organizzazione delle Nazioni Unite dedicata alla protezione e alla promozione delle tradizioni culturali in tutto il mondo.

L'inserimento è stato possibile grazie all’iniziativa portata avanti dalla Clubcommission di Berlino, una rete di club e musicisti techno della città, che ha presentato domanda all’organizzazione nel 2022. Dopo meno di due anni, la commissione tedesca dell'Unesco ha riconosciuto il contributo cardine dato dalla scena techno all’identità culturale di Berlino come degno di protezione e sostegno.

Le altre usanze tedesche protette dall’UNESCO

L'organizzazione dell'Onu ha deciso di inserire nella lista altre cinque usanze tipicamente tedesche, che riflettono la diversità e la ricchezza culturale della Germania. Queste includono l’alpinismo nella regione della Sassonia, che vanta una lunga storia di esplorazione e rispetto per le montagne, con particolare attenzione alla tradizione dei soggiorni nei rifugi all’aperto detti “Boofen”; la tradizione canora di Finsterwalde, in Brandeburgo; il Perchtenlauf von Kirchseeon, un’antica corsa e sfilata folkloristica che si svolge durante il periodo invernale a Kirchseeon, in Alta Baviera; la tradizione del ricamo bianco dello Schwalm, un’arte tessile minuziosa e di grande valore estetico tipica dell’Assia; e la produzione del Viez, un vino di frutta locale a base di mele cotogne e pere, prodotto soprattutto nei Länder della Renania Palatinato e del Saarland.

In Italia 15 eccellenze protette

Il patrimonio culturale immateriale infatti è composto dalle tradizioni trasmesse all'interno di una comunità e può comprendere pratiche sociali, tradizioni, riti, feste, espressioni orali, artistiche o pratiche legate alla natura e all'artigianato e gli strumenti, oggetti, manufatti e spazi culturali ed essi legati. In Italia per esempio sono stati già riconosciuti come patrimonio culturale immateriale Unesco 15 eccellenze culturali tra cui l'opera dei Pupi siciliani, la dieta mediterranea e l'arte del pizzaiuolo napoletano.

Cosa succede quando si diventa patrimonio culturale dell’umanità

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La sede del club Berghain di Berlino

L’UNESCO in generale riconosce l'importanza del patrimonio culturale immateriale per la tutela della diversità culturale e per incoraggiare il dialogo e la comprensione interculturale. Quando si viene riconosciuti patrimonio Unesco dà diritto ad accedere ad una serie di finanziamenti statali. In questo caso potrebbe essre più facile aprire nuovi club, ci potrebbero essere meno ostacoli burocratici e richiesti meno requisiti. E i club storici, in particolare di Berlino, potrebbero ottenere degli investimenti statali per tutelare e sviluppare al meglio il patrimonio culturale immateriale messo a disposizione della comunità: la musica techno.

Quando la techno conquistò Berlino

Berlino negli anni Novanta era una città che stava provando a rinascere sulle macerie del Muro. I club nascevano da un giorno all'altro, gli affitti erano bassi, c'erano molti spazi liberi. La politica aveva altri problemi da risolvere e non si intrometteva. Berlino era di fatto una città totalmente libera che catalizzava giovani da tutto il mondo È in questa cultura underground che affonda le radici la techno berlinese. Tra i deejay italiani più noti di Berlino c'è senz'altro Alessio Armeni, in arte Freddy K. Unico deejay italiano a suonare al Berghain, il club cult della techno  dove se si riesce a entrare, si balla nei locali di un'ex centrale termica. È un monumento della musica elettronica, tanto che oggi si trova persino nelle guide turistiche. Freddy K ha vissuto gli anni d’oro della techno berlinese: “: ”Io negli anni ’90 vivevo ancora a Roma e ogni tanto andavo a Berlino era la città perfetta per una cultura di rottura come era allora della techno. E io andavo quando potevo a Berlino, una città che partiva da zero, era aperta veramente a tutto”.

Perché la techno è cultura e non solo musica elettronica?

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Marco Dal Pozzolo, in arte Dj Bertrand

Ne abbiamo parlato con Marco Dal Pozzolo, in arte Dj Bertrand. Un'altra generazione di DJ, ma anche lui arrivato a Berlino per trovare stimoli, suonare negli storici locali tedeschi, e ricalcare le orme dei padri fondatori della techno berlinese. Sono passati 10 anni ed è ancora qui. “Bisogna fare un passo indietro perché è una musica che nasce direttamente dalla musica Soul, prevalentemente nasce dalla musica black a metà degli anni ’80 a Detroit”. Berlino successivamente negli anni ‘90 diventò il luogo perfetto per il suo sviluppo: “dopo la caduta del Muro Berlino – spiega DJ Bertrand - in particolare ad Est c’erano tantissimi spazi e luoghi vuoti che diventarono punti d’incontro di diverse culture”.