La SPD alla ricerca di una nuova identità. COSMO italiano. 22.10.2024. 18:03 Min.. Verfügbar bis 22.10.2025. COSMO. Von Francesco Marzano.
La SPD alla ricerca di una nuova identità
Stand: 22.10.2024, 16:54 Uhr
di Francesco Marzano, Enzo Savignano e Tommaso Pedicini
Il partito socialdemocratico tedesco guida da tre anni una litigiosa coalizione semaforo e nei sondaggi è distaccato dalla CDU e si contende il secondo posto con l'AfD. Il cancelliere Scholz non brilla per carisma e il partito è stato appena scosso dalle dimissioni del giovane e brillante segretario generale Kühnert. Dei problemi della SPD parliamo con Enzo Savignano, mentre con la militante SPD di Monaco, Daniela Di Benedetto, cerchiamo di capire su quali basi la SPD prova a rilanciarsi.
I socialdemocratici devono ritrovarsi
Il calo dei consensi
Ormai da mesi i socialdemocratici nei sondaggi a livello federale non superano il 15, 16% delle preferenze. Praticamente la metà dei consensi dell’Unione CDU/CSU, data sempre tra il 30 ed il 33%. I democristiani tedeschi più di ogni altro movimento politico stanno approfittando in termini di consensi virtuali, perché parliamo sempre di sondaggi, della crisi della SPD e del governo federale. Praticamente cristiano-democratici e cristiano sociali bavaresi insieme, se si votasse oggi, otterrebbero gli stessi voti di SPD, Verdi e liberali della FDP messi insieme. Tutti e tre i partiti di governo sono praticamente ai minimi storici.
Quali le cause della crisi?
La prima causa è senza dubbio la grave crisi economica. Nel 2023 la Germania è stata l’unica economia del G7 a decrescere e anche per quest’anno si prevede una recessione, ma non tutto può essere attribuito solo alle decisioni dell’attuale esecutivo. Oltre alla complicata situazione internazionale, in particolare la guerra in Ucraina ed in Medioriente, la crisi ha anche delle radici più profonde.
La SPD nelle due ultime legislature è stato il principale partner, la spalla, dei governi della cancelliera cristiano-democratica Merkel, accettando spesso politiche economiche e anche sociali poco socialdemocratiche. La SPD non è mai riuscita, per esempio, ad imporre importanti investimenti economici e infrastrutturali, che oggi vengono richiesti da tutto il mondo economico ed industriale. E la SPD, con Olaf Scholz nel ruolo di ministro delle Finanze, ha sostenuto acriticamente l’utilizzo del freno di bilancio come strumento fondamentale per evitare deficit e indebitamenti. Lo stesso freno al bilancio che in questa legislatura sta provocando problemi a non finire a Scholz e al suo esecutivo.
La crisi della SPD ancora più acuta ad Est
Il crollo nei Länder orientali è stato confermato dalle ultime elezioni regionali in Turingia e Sassonia, dove i socialdemocratici hanno subito non solo l’avanzata della destra ultranazionalista di AfD ma anche quella del BSW di Sahra Wagenknecht, la nuova sinistra populista, almeno così è stata definita dai media tedeschi. Gli elettori in questi Länder rimproverano ai socialdemocratici di aver pensato troppo poco ai problemi concreti dei cittadini. La SPD ad Est è riuscita a resistere solo nel Brandeburgo considerata, tuttavia, dalla caduta del Muro in poi, una delle principali roccaforti socialdemocratiche. Una sconfitta anche a Potsdam avrebbe aperto probabilmente una crisi di governo.
La crisi di governo è solo rimandata?
La SPD, come tutte le altre forze politiche tedesche, attende il voto americano di inizio novembre, che avrà, comunque vada, delle conseguenze per tutta la politica internazionale e quindi anche per il governo tedesco. Ma si attende soprattutto l’esito delle trattative interne con Verdi e liberali per l’approvazione del bilancio 2025. Trattative che dovrebbero concludersi entro la metà di novembre, poi la nuova legge finanziaria dovrebbe essere sottoposta al vaglio del Bundestag.
Il riposizionamento dei partiti
Anche se un voto anticipato sembra comunque improbabile a un solo anno dalla fine della legislatura, è comunque evidente che la SPD, come gli altri partiti di governo, stia cercando nuove idee o di recuperare vecchi cavalli di battaglia per riconquistare gli elettori. Pochi giorni fa è stato presentato un documento strategico. I temi principali su cui puntano i socialdemocratici sono sgravi fiscali per circa il 95% dei contribuenti, ma anche incentivi per le piccole e medie imprese per favorire gli investimenti in Germania. Riduzione dei costi energetici per alcuni settori industriali; incentivi per l’acquisto di auto elettriche per tentare di far ripartire il sofferente settore dell'auto e, infine, un ulteriore aumento del salario minino a 15 euro lordi all’ora.
Anche il cambio del segretario generale rientra nel nuovo piano programmatico del partito?
Il nuovo segretario generale della SPD, Matthias Miersch
Ufficialmente Kevin Künhert si è dimesso per non meglio specificati motivi di salute, ma da ex leader degli Jusos, l’ala giovanile e più radicale del partito, era stato spesso critico verso il governo semaforo per le scelte, a sua detta, poco socialdemocratiche. Al suo posto è stato scelto Matthias Miersch, ex vicecapogruppo al Bundestag, politico navigato, appartenete anche lui all'ala sinistra della SPD, ma comunque ben visto dalla dirigenza del partito. Quindi una scelta che sembra non aver causato troppi scossoni interni.
Scholz ancora candidato cancelliere?
Alcuni rappresentanti del partito continuano a sostenerlo e anche lui sembra convinto della ricandidatura. Ma a differenza dell’Unione CDU/CSU, che ha già candidato Friedrich Merz, la SPD non ha scelto ufficialmente il suo candidato. Scholz e il partito tuttavia stanno già ricalibrando la loro strategia, in base anche a quello che dice e sostiene Merz, che appartiene senza dubbio all’ala più a destra, della CDU. Quindi nella prossima campagna elettorale, che sia anticipata o meno, con un candidato molto conservatore della CDU, sarà più semplice per Scholz, o chi per lui, fare una campagna elettorale di chiara impronta socialdemocratica.
L’analisi della militante socialdemocratica italiana
Abbiamo parlato della crisi della SPD con Daniela Di Benedetto, presidente del COMITES di Monaco di Baviera, da tanti anni tesserata dell'SPD e che l'anno scorso è stata anche candidata dell'SPD a Monaco-centro, per le elezioni del Landtag bavarese. Per Di Benedetto le dimissioni del segretario generale Kevin Künhert “sono state uno shock, perché era un vero socialdemocratico con una visione politica ben precisa”. Anche lei auspica un ritorno a temi prettamente socialdemocratici. Inoltre, secondo Di Benedetto, una politica basata sull'affrontare i problemi a tutto tondo con una comunicazione chiara e lontana da slogan populisti, potrebbe essere la chiave per risollevare le sorti del partito in un clima politico più divisivo che mai.